A quando risale la costruzione di Cascina Farisengo e a chi apparteneva questa proprietà?
La risposta a questa curiosità ci porta lontano nel tempo, fino ad arrivare al 965 d.C., anno in cui la località di nome Farisengo viene citata per la prima volta in un documento scritto (vd. Stele – immagine qui sotto).
In seguito, e parliamo del 1100, Farisengo viene citata in diverse mappe dell’epoca nonchè in numerosi passaggi di proprietà. Nelle pergamene del Monastero di S.Sigismondo del 1176, ad esempio, la località curtis qui dicitur Farisengus indicava una parte della Ripa alta, ovvero un tratto allora lambito dal fiume Po. Per contro, sin dal secolo XVIII si parla di “Po morto” di Farisengo come area interessata da vari Bodri* a segnale del precedente passaggio fluviale nella zona.
* I “Bodri” sono il risultato di un fenomeno particolare presente nella golena del Po. Si tratta di piccoli laghetti di forma circolare venutisi a creare a seguito delle grandi piene del fiume.
Dal 1500 al 1800
Nel Catasto di Carlo V (1551-1561), Farisengo viene descritto come area di boschi e arginature, di rive boscose, terreni ancora impaludati e ricca promiscuità di colture: dai pascoli alla vite, dai prati agli orti e ai giardini. Per la prima volta si parla di un “viridarium”, ovvero di un primo giardino organizzato.
Dalle carte del Catasto di Maria Teresa d’Austria (1723) la maggioranza dei terreni del territorio risulta aratorio con numerosi alberi da cima (querce, platani, carpini, olmi).
Tra i cascinali di questo periodo viene dato risalto alla “cascina paese” di Farisengo, descritta di pregio per la sua struttura architettonica rimasta intatta fino ai giorni nostri.
Nei secoli, nell’elenco dei proprietari che si sono succeduti si ricordano – intervallati da molteplici ordini religiosi – dal 1450 al 1600 Bartolomeo Fodri e discendenti (ricchi gabellieri con palazzo in città); tra la fine del 1600 e il 1700 i nobili Bonetti e dal 1800 l’attuale famiglia (originariamente Anselmi).
La famiglia Anselmi
Gli Anselmi nell’Ottocento erano una famiglia borghese di commercianti di lino e fin dagli inizi della restaurazione parteciparono alla vita politica della città.
Venceslao Anselmi, in particolare, insieme al fratello Tito, continuò l’attività del padre investendo parte dei guadagni nell’acquisto di palazzi in città e cascine intorno a Cremona.
Tra i palazzi, ricordiamo Palazzo Zignani, oggi sede del Consorzio del Naviglio Civico di Cremona.
Venceslao sposò Annetta Corbari, figlia di Giuseppe, Imperial Regio e vice delegato provinciale. Dalla loro unione nacquero ben 14 figli. Sei morirono in tenera età mentre otto (cinque femmine e tre maschi) sopravvissero. Si chiamavano Alessandro, Angelo, Carlo, Emilia, Giuseppina, Luisa, Selene e Virginia.
E’ da Angelo Anselmi che discende l’attuale famiglia di proprietari (Baronchelli).
Ed è da questa lunga storia e tradizione, tramandata di generazione in generazione, che deriva tutta la passione e l’amore della famiglia per questo luogo.
Per tutti noi Farisengo significa prima di tutto Famiglia. Per questo motivo cercheremo sempre di far sentire come in famiglia anche gli ospiti del nostro Agriturismo nei dintorni di Cremona…
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